Compagnia teatrale amatoriale… ovvero
I Ramaioli
un gruppo di amici prima di tutto!
Era il 2009, un gruppo di imperiesi, appassionati di teatro e provenienti da esperienze artistiche diverse, si conoscono, si frequentano, si apprezzano, lavorano insieme ad alcuni progetti e finalmente nel 2011 decidono di fondare una nuova Compagnia: il Ramaiolo in Scena.
L’origine del nome riprende uno scambio di battute tra i protagonisti della commedia di Neil Simon, La Strana Coppia, il primo spettacolo prodotto dalla Compagnia:
Fesso ignorante, questo non è un mestolo, ma un ramaiolo!
Una battuta piaciuta e ripetuta talmente tante volte da diventarne il “marchio”.
Ramaiolo Focus
un po di numeri…
anni di attività
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repliche totali
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L’albo dei Ramaioli
con gli occhi di Chiara
Serena Alberti
Caparbia, metodica e seria, interpreta con la giusta misura ogni ruolo le si affidi. Non c’è nessuno di più libero di lei sul palco, dove si immedesima, sparisce, riappare, calza senza indugio la parte: il suo è un mettersi in gioco con esercizio e studio. Gli stessi strumenti che consentono di impartire alla voce direzione, altezza, articolazione: un andirivieni di esplosive, affricate, vibranti. Se fosse un suono sarebbe l’incontro improbabile di un pugno di consonanti di carattere e una...
Luca Cortesia
Perfetto uomo di famiglia, integerrimo e rigorosissimo direttore di palco, ha fiducia nelle connessioni tra le persone e nei prismi luminosi che ne nascono. Come dargli torto? Lui è l'abbraccio del maglioncino con le renne anche ad agosto. Rassicurante. Ma se gli vengono i 20 minuti…
Federico Manera
Più che un eremita, una cassaforte impenetrabile di gentilezza e tesori rari. Un ragazzo d'altri tempi, con altri sguardi, con altri modi, con altre passioni. E al teatro, oltre ad affidabilità e costanza, regala la sua timida presenza che induce alla carezza.
Walter Saglietto
Se il talento è anche umiltà, concretezza, operosità, allora è tutto riunito qui. Di certo non ha bisogno di esortazioni: quando c'è da fare, lui fa. Silenzioso, affidabile, capacissimo e intelligente. Del resto, silenzio a parte, tale padre…
Alessia Mela
Un carrarmato senza uniformi. Un mezzo inarrestabile ma sinuoso e taciturno come un gatto che si nasconde. Attenta e misurata, pignola con garbo ma segretamente ebbra di polvere di scena.
Piero Saglietto
Un mugugno dopo l'altro rivela, a chi sa ben guardare, una disponibilità incoraggiante. Piero è un papà, sempre. Quando dirige, impeccabile, il carico furgone. Quando si lamenta che a ogni nuova replica viene scritto un nuovo copione. Quando, nel chiedere "come stai?" gli si addolciscono gli occhi. Che non lo venga mai a sapere, ma quando c'è lui in trasferta, si è tutti più tranquilli…
Mario Rainaldi
Bersaglio amatissimo per la sua statura d'attore, condivide con Fulvia i prodromi ramaioli. Amante delle dolcezze, soprattutto se cremose, si narra che grazie al teatro abbia avuto una liaison con certe "monache"…
Fulvia Pastore
Fulvia Pastore: in ogni consorzio umano che funzioni, alla base c'è l'amicizia. E Fulvia ha il privilegio di condividere con lo zoccolo duro della compagnia un legame che rimonta molto indietro nel tempo. Una prima amica da ringraziare per aver contribuito al battesimo del Ramaiolo regalando le sue virtù come una fatina scintillante: dignità, trasparenza e serenità. E un affetto che non viene mai meno.
Cristina Coscia
Chi crea, chi sceglie i contorni, chi pensa ai colori, non può prescindere da una forma innata di stupore negli occhi. Se gli occhi, poi, sono così sorridenti il talento diventa un dono: quello di accendere lo stupore anche in chi si sofferma e guarda. Complice il teatro, in lei si riuniscono il sogno, la semplicità, l'amore per le cose belle, la fantasia che sorprende.
Antonella Micali
Ha un’anima rock che nasconde tanti tra-le-righe. Dolcissima e mamma e al tempo stesso affascinante e donna maiuscola.
Porta in scena tutto questo turbine.
Il vulcano. La leggerezza. Lo spirito che danza.
Marco Macchiavelli
Lo si trova sul palco molto prima di ogni spettacolo. Ha l'avvitatore in mano, la cintura degli attrezzi legata in vita, l'occhio attento e la lingua che non dice. Parole distillate, pochissime, e perciò preziose. Le scenografie rilucono anche di questo frequente contrasto: da un lato il calcolo, l'operosità, il puntiglio, dall'altro la finezza, l'istante raccolto, la poesia.
Luca Ramella
Lui c'è senza esserci. Talentuoso, coinvolgente, bestia da palcoscenico indiscussa, si insinua, afferra, abbraccia fino a soffocare, ma quando si ha la sensazione di averlo domato ecco che in lontananza si scorge la coda arruffata che volta l'angolo e scompare su, su. Ad accarezzare le stelle e a preparare un altro uragano. Semplicemente, Trama. Con sregolatezza perfetta.
Alessandro Demasi
È giovane, estroverso, sorridente, e sorprende la sua disinvoltura un po’ spavalda. Ha occhi stellati e famelici di futuro e quella ignara libertà spensierata che di solito si invidia. Per tutte queste ragioni è bello che lui esca a sua volta da dietro le quinte. E che sperimenti, si entusiasmi, si regali e impari a volare.
Paola Luperto
Bambolina di rame e guerriera appuntita. In scena, il suo prisma di allegria trasparente sprigiona energia, grinta e convinzione. Il teatro è il suo tappeto magico che non la delude mai e la porta nei luoghi più incantati e sconosciuti dove si ritrova e si riabbraccia.
Elisabetta Donatiello
In fondo allo sguardo ha il fascino di una principessa di fiabe taciute, irriverente e divertente. È una delle signore del dietro-le-quinte, quelle senza le quali gli oggetti non sarebbero al loro posto, gli arredi apparirebbero sguarniti, gli effetti speciali impraticabili. Quelle senza le quali il post-spettacolo perderebbe alcuni colori primari. Se poi risalisse sul palco…
Annalina Brizio
Ha la meraviglia negli occhi e come una melodia di pace, lontana, che le sussurra nel cuore. Sul palco non si nota, ma c'è: tutte le volte che l'attore s'inciampa su una parola che non ritrova, lei è lì, pronta a offrirgliela. Difficile immaginare una prova ben riuscita senza la sua caffettiera che gorgoglia poco distante. Come l'aroma di caffè impregna l'aria e imprime una strana melodia negli animi, così è Annalina: un abbraccio sorridente e spiritoso da cui non ci si stanca di tornare.
Francesca Mareri
Francy è lo scricciolo sperduto nella neve con il cuore di una leonessa. Introspettiva quanto basta da rendere certa sua insicurezza del tutto apparente, se ne sta sul palco a suo agio, con la fierezza che l'età le suggerisce. E se china gli occhi non è timidezza, ma la concentrazione necessaria per raccogliere in sé lei e sé stessa e restituirle al pubblico.
Dario Bruzzone
Virtuoso dei collegamenti, dei microfoni, dell'amplificazione, non si trova quasi mai sul palco: lui, una volta che si abbassano le luci, che il pubblico fa silenzio, che il conto alla rovescia è cominciato, se ne sta nascosto dietro al mixer, a governare tutte le vene che irrorano la scena affinché facciano il loro dovere. Perfezionista spudorato, all'apparenza ruvido, rivela - ma solo a pochi - dei tratti di inattesa dolcezza. Come quando, vincendo l'aspetto scuro della Sacher, si scopre il...
Alessandro Manera
Parla adagio, con una voce pacata che sceglie le parole eleggendole una per volta. È un'emozione rara e un privilegio d'altri tempi ingannare il tempo conversando insieme. Conosce il teatro, lo ama, lo corteggia, ma è l'amore esclusivo di chi, con minuzia e passione, vive il palco quando è ancora vuoto: quello spazio perfetto fatto di tiri, graticcia, cantinelle, fari, il non-luogo inebriante tra sipario e dietro-le-quinte.
Massimo Belmonte
Se il filosofo sgrana sorridendo il rosario di miserie che è la vita, lui è tutto in quel sorriso. Sornione, beffardo, paterno, accogliente. Ha il disincanto e la parola buona, una sconosciuta malinconia e la battuta pronta e intelligente. E così entra anche in scena, indossando una naturalezza in equilibrio tra semplicità ed eleganza.
Federico Finocchiaro
Imprevedibile guascone del palcoscenico. Non si ferma davanti a niente, profana con garbo il pudore altrui e lo capovolge in un caleidoscopio di parole degne di un moderno Cyrano. Re del doppio senso, interprete poliedrico che con la stessa convinzione sa grattarsi le natiche o diventare così intenso da commuovere. Il dubbio che rimane sempre alla fine è se non sia il personaggio ad aver posseduto l'attore.
Christian Ferrari
Enigmatico, attore e personaggio fusi insieme da un confine che forse non esiste, si interroga sempre sull'equilibrio che regola i due poli. Sta scherzando? È serio o sta recitando? Forse non lo sa neppure lui, ma di certo insiste, percorre le varie possibilità, incide l'animo e ne fa uscire il succo, e non si accontenta mai.
Daria Vitale
Daria è magnetica e maledettamente profonda. Dentro i suoi occhi guizza una fiamma che sa di vita e che non si spegne. Non demorde. Cesella. Disegna altri mondi. Si rifugia altrove in un regno che non ci appartiene. Poi torna, ma sempre danzando un po' oltre il percettibile.
Chiara Merlino
E poi ci sono io. Inebriata dalle parole che parlano e dalle persone che significano. Che non conosco profumo più seducente della penombra che occhieggia da dietro le quinte mentre il palco guarda, con malizioso rispetto, le file di velluto allineate con garbo. Che nella vita faccio tutt'altro ma che vivo, insieme a ognuno di loro, dentro questa passione.
I tormentoni del Ramaiolo
Le frasi ricorrenti durante le trasferte di teatro che sono passate alla storia e meritano menzione.
Lei è un gran villano!
Anche stasera avete scritto un altro copione!