Noi riusciamo a essere sperduti e affollati, soli e dialoganti.
Ci rimbalziamo a vicenda le nostra solitudini e le chiamiamo CONDIVISIONE
(Paola Mastrocola)
L’Era digitale ci rende stupidi o superuomini?
Ci è stata imposta o siamo proprio noi i veri creatori dell’era digitale?
Da domande come queste nasce Con-divisione, una sorta di riflessione in chiave comica (ma non troppo) che sembra voler contrapporre fazioni opposte dello stesso consorzio umano – l’una forse più ingenua, l’altra più dogmatica – ma entrambe estreme: esiste però una terza uscita, il giusto mezzo, che potrebbe fornire una risposta più adeguata (semmai qualcuno si ponesse ancora la domanda).
La Rivoluzione tecnologica del terzo millennio ha portato con sé una nuova concezione dell’essere umano nel suo contesto sociale e ha favorito la metamorfosi di quest’ultimo in un regno dell’incertezza dove tutto può essere il contrario di quello che sembra e i concetti di verità di rischio, di sentimenti, di conoscenza assumono contorni assai sfocati e, talvolta, assai dilatati. Il confine tra permesso e vietato, tra giusto e sbagliato, tra legittimo ed esecrabile è spesso valicato impunemente e il crinale sta sul palmo di una mano e si sposta muovendo un dito.
La Compagnia teatrale Ramaiolo in Scena si cimenta per la prima volta in un’opera di suo pugno, scritta basandosi su osservazioni della realtà quotidiana: la con-divisione nell’era digitale.
Di come i rapporti umani sono mutati a causa della dipendenza di tutti dal proprio telefono parla Con-divisione: un fenomeno che è stato sottovalutato e la cui portata ha travolto chiunque prima che se ne potessero tracciare gli argini e di cui faranno le spese a vario titolo tutti i personaggi. Anche i più insospettabili.
Un affresco divertente, ma amaro, del conflitto silente tra mondo che ci circonda e oltremondo da noi creato che ci governa. Sempre dal palmo della mano. Sempre muovendo un solo dito.
Sempre nell’incessante horror vacui che ci costringe a riempire ogni istante di stasi con un tweet, un post, una sbirciata su facebook, una condivisione.
Quasi un timore medievale di riempire i vuoti, dunque, sebbene ai giorni nostri sappiamo bene che il demonio risiede altrove.
NOTE DI REGIA
Degli effetti nocivi che l’utilizzo della nuove tecnologie stanno avendo sulla società, se ne sta parlando e scrivendo molto: conferenze, saggi, inchieste, dibattiti, e recentemente perfino l’arte figurativa se ne sta occupando con una suggestiva mostra ad Amsterdam.
A teatro invece fino ad ora il tema è stato piuttosto trascurato, per cui avere l’opportunità di mettere in scena l’inedita Commedia di Chiara Merlino Con-divisione, che proprio di questi temi racconta, è stato motivo di interesse ed entusiasmo.
L’annullamento della capacità di comunicare senza l’interfaccia di uno schermo; l’incapacità di relazionarsi senza l’aiuto delle emoji; l’azione ipnotica che il web esercita rendendo gli individui simili ad automi; il conformare i comportamenti ad un unico modello, sono tra i principali temi che il lavoro di regia ha cercato di mettere in evidenza.
Un mondo spersonalizzato insomma, che si è cercato di rappresentare anche attraverso una scenografia fredda, asettica nei colori e nella spigolosità delle forme, che non presenta alcuna caratterizzazione realistica o specifica.
La Con-divisione nell’era digitale
La particolarità della commedia ha permesso inoltre l’inserimento di filmati, un utilizzo delle luci non sempre convenzionale, e una recitazione che si avvale a tratti di tecniche di espressione corporale per sottolineare particolari emozioni dei personaggi.
Una nota infine sulla cura prestata per amalgamare le diverse “voci” del testo che alterna stili e ritmi propri della commedia brillante con toni più serie riflessivi.